L’intervista. Al Gran Galà del Baccalà lo chef Borrelli e la sua cucina semplice ma raffinata per Gastronauti alla scoperta del Bello

 

Nell’atmosfera ovattata e rilassata di sabato 14 ottobre al Ghe Kalè di San Paolo Bel Sito, il Gran Galà del Baccalà , è stato un evento riuscitissimo che ha conquistato il pubblico e gli amanti del famoso merluzzo nordico, lavorato in particolar modo a Somma Vesuviana. La famiglia Bifulco ha accolto con garbo e professionalità appassionati e specialisti di settore. Altrettanto dicasi per il personale di sala e lo staff di cucina, che sotto le direttive dell’executive Antonio Borrelli, ha conquistato i palati esigenti degli ospiti, estasiati dalla bellezza dei piatti e delle opere d’arte contemporanea, presenti nelle numerose sale del plesso architettonico, curatissimo nel design e nei complementi d’arredo. Il Ghe Kalè, villa degli anni Sessanta di proprietà dei Bifulco alle pendici del Monte Cicala, valorizzata dall’Architetto Antonio Scala,  è stato promosso a pieni voti il nuovo tempio del Buono e del Bello, dove le contemporanee tendenze gastronomiche sposano la tradizione, rivisitandola, innovandola nel pieno rispetto della territorialità. Giardino zen, limonaia, cantina e bistrot completano il resto, per vivere in toto un’esperienza che appaghi i sensi.

L’intervista allo chef Borrelli, ha voluto dimostrare ciò, mettendo in luce come in una cucina d’autore debba esserci non solo preparazione, tecnica ma anche tanta lungimiranza e voglia di sperimentare. Borrelli ha racchiuso in tre parole la sua cucina territoriale: Storia, Sapore e Stagionalità. Un piatto per essere eccellente, deve essere progettato partendo dalla storia del luogo in cui nasce, deve preservare sapori audaci ma semplici nello stesso tempo e deve infine seguire la stagionalità della materia prima che si ha a disposizione. Dall’antipasto al dessert, giocando con le forme, i colori e le consistenze, lo chef Antonio Borrelli ha saputo mirabilmente unire estetica e gusto, in un crescendo oraziano di “Ut pictura poësis”, che tradotto in questo caso starebbe a significare: Come nel Cibo così nell’Arte.

Annamaria Parlato

 

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