“La primavera in bocca”…
La caratteristica di questo piatto è l’accostamento e la fusione di tre elementi prevalentemente dolci ma completamenti differenti tra loro. Il pesto di aglio nero avvolge con sentori di liquirizia la Rubia, che ha frollato 90 giorni e ha sprigionato tutti i suoi sentori erborinati, infine la freschezza delle dolci favette appena scottate.
Il piatto è accostabile all’arte di Claude Monet e alla sua “Natura Morta” del 1864, conservata al Museo D’Orsay di Parigi, in cui la carne è l’elemento predominante della composizione proprio come la Rubia che ridotta in tartare si scioglie al palato come uno squisitissimo Pata Negra. I due spicchi d’aglio messi in un angolo distolgono per un attimo l’attenzione dal pezzo di carne che viene trattato dal pittore con la stessa importanza e dignità riservata alla figura umana.

INGREDIENTI PER 4 PERSONE:
320 gr Spaghetti De Cecco
200 gr Rubia Gallega(frollatura 90 gg.)
2 Spicchi aglio nero
6 Cucchiai di olio EVO
200 gr Fave fresche sgusciate
Sale q.b.
PROCEDIMENTO:
Mentre cuciono gli spaghetti in abbondante acqua salata, frullare gli spicchi d’aglio con quattro cucchiai di olio e versare in una padella. Sbollentare le fave e raffreddarle in acqua ghiacciata dopo di che condirle con un pizzico di sale e un cucchiaio di olio. Trinciare la carne molto fredda e condirla con sale ed il restante cucchiaio di olio. Scolare la pasta nel pesto d’aglio e mantecare a fuoco dolce. Impiattare formando dei nidi di spaghetti sui quali adagiare la tartare e le fave. A questo punto il piatto è pronto per essere… fotografato e condiviso…
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