Trivio Granata? Cosa sarà mai? Il primo pensiero che balena subito alla mente è quello di associare i due termini ad una squadra di calcio e invece in una fredda ma limpida serata di gennaio il dilemma viene presto disvelato. Alberto Giannattasio, persona accogliente e gentile mi fa accomodare in sala e inizia a raccontarmi del suo locale, in cui tutto ha una storia e senso compiuto. Il Ristorante-Pizzeria inaugurato nel 2015, che appunto prende il nome di “Al Trivio Granata”, non ha nulla a che fare col mondo calcistico ma riguarda il territorio in cui sorge, in Via Irno a metà strada tra Pontecagnano e Faiano, zona che funge da punto d’incontro di tre strade (dal lat. trivium) quella etrusca, greco-lucana e romana, principalmente le tre fasi storiche che videro lo sviluppo di Pontecagnano Faiano nel corso dei secoli, fino a quando nel Medioevo non si fuse con il Principato di Salerno e Faiano divenne Feudo dell’Abbazia di San Benedetto. Granata deriva invece da “punica granatum” ossia il melograno, simbolo di prosperità e fertilità, coltivato sin da epoche remote in tutta l’area salernitana. Il locale è intriso di storia appunto, gradevole e confortevole, con due belle sale una dal design più contemporaneo e l’altra più rustico, che mostrano l’antico materiale da costruzione tipico di Faiano, con grosse pietre in bellavista alle pareti.
Alberto, sommelier I.S.F. (International Sommelier Foundation), docente all’Istituto Alberghiero Santa Caterina da Siena di Pontecagnano e Presidente dell’Associazione di Formazione Gastronomica “L’Acino d’Uva-ISF” mette i clienti a proprio agio, è un serio professionista appassionato a tutto quello che fa ed è anche un ottimo promoter del territorio in cui opera.
Ad affiancarlo nella conduzione del locale c’è il maestro pizzaiolo Gerardo Iuliano che quotidianamente soddisfa i palati esigenti dei clienti sfornando pizze da sogno.


Dopo il benvenuto e le consuete presentazioni, una bella cena prende inizio partendo da assaggi di vino del territorio e antipastini, composti da salumi rigorosamente locali, verdure dell’orto poco distante dal Ristorante, latticini cilentani di bufala e un calzoncello salato, leggerissimo come una nuvola, ripieno di ricotta e soppressata. Delizie per l’animo e lo stomaco.
Dopodiché arriva in trionfo la specialità del Trivio ovvero la pizza, nei gusti sia classici che speciali, l’unico triangolo amoroso di cui mi concedo il bis. In sequenza tra le speciali una Scarpariello e un’Etrusca. La prima con mozzarella di bufala del caseificio Carrozza di Altavilla Silentina, olio colline salernitane DOP zona provenienza Montecorvino Pugliano, pomodorini freschi di Faiano, parmigiano e basilico, nella sua semplicità un mix raffinato e goloso.
La seconda con provola affumicata di latte misto mucca-bufala, zucca grigliata, nocciole di Giffoni, acciughe salate di Cetara e cacio ricotta in scaglie, ha racchiuso su un disco tutta la provincia di Salerno. Per i suoi colori brillanti e autunnali, questa pizza potrebbe richiamare la tela dell’artista italiano Michele Pace del Campidoglio, attivo a Roma nel XVII secolo, autore di numerose opere con frutta e fiori, intitolata “Natura morta con uva, fichi e zucca”, databile alla prima metà del ‘600.

L’impasto a lievimaturazione indiretta è di 48 ore, la pizza risulta a maculatura uniforme, non bruciacchiata nella parte sottostante, soffice e morbida, con cornicione di media altezza e con le giuste alveolature. La farina professionale è del Molino Spadoni di tipo 00, Gerry mi confessa che da più di un anno la utilizza e non ne può fare a meno in quanto dona lavorabilità ed estendibilità all’impasto. Anche lui non ha saputo resistere al fascino della Biga, un preimpasto che serve a raccogliere il più possibile batteria lattici e acetici dando così una qualità superiore alle pizze, in termini di sviluppo in volume e digeribilità, dichiarato al Sigep 2018 di Rimini il metodo utilizzato almeno dal 95% dei pizzaioli di tutta Italia. Iniziando a non esserci più in pancia un posto per il salato ma un piccolo spazio per il dolce, con curiosità ho degustato una porzione di torta semifreddo al pistacchio e torroncino, composta da biscotto alla nocciola, mousse di panna, ricotta e pistacchio, crema e granella di torrone, decorata con glassa al cioccolato fondente. Autrice di questa delizia è la Pasticceria artigianale Bella Napoli, da oltre 50 anni a pochi passi dallo splendido lungomare di Salerno, nata nel 1960 e fortemente voluta dal giovane e talentuoso pasticcere Giovanni Vitale, la cui passione viene oggi proseguita dai suoi tre figli, Antonio, Giacomo e Anita.
Al Trivio Granata in menù ancora numerose prelibatezze tutte da scoprire e una curiosa particolarità: per chi lo desiderasse si possono prenotare pietanze su richiesta e abbinamenti con i vini provenienti da ogni regione d’Italia. Basta ordinare con una telefonata e Alberto cordialmente cercherà di soddisfare le vostre richieste. Un dettaglio non da poco, che fa alzare di livello il Ristorante-Pizzeria. Buona anche la carta delle birre con etichette nazionali ed estere (Germania). E come disse Voltaire, uno degli animatori e degli esponenti principali dell’Illuminismo insieme a Montesquieu, Rousseau, Diderot, D’Alembert, tutti gravitanti attorno all’ambiente dell’Encyclopédie: “Nulla sarebbe più faticoso che mangiare e bere se Dio, oltre che una necessità, non ne avesse fatto un piacere”.
Annamaria Parlato