CETARA (SA). Il IV Premio Ezio Falcone inserito nella consolidatissima Festa della Colatura è stato completamente rinnovato nel format e quest’anno, per iniziativa del Sindaco Secondo Squizzato e dell’assessore alla cultura Angela Speranza è stata introdotta nella gara gastronomica una menzione speciale alla fantasia e alla creatività. Questo ha dimostrato la lungimiranza e la spiccata sensibilità dell’amministrazione comunale tutta nei confronti della cultura e dell’arte, che hanno avuto un posto di rilievo all’interno della manifestazione.

Ezio Falcone, amalfitano, a partire dagli anni 60′ iniziò a progettare eventi enogastronomici di grande spessore culturale con il Professore Giuseppe Liuccio, portando il nome della Costiera in giro per il Mondo, diventando volano per l’economia turistica locale e facendo sopraggiungere nei suoi piccoli comuni i primi viaggiatori dal Sol Levante. Ideatore del Gusta Minori, Presidente del Centro di Storia e Cultura Amalfitana, fondatore dell’Accademia di Cucina Conventuale Altomedievale presso l’Hotel Cappuccini di Amalfi, studioso della gastronomia della Repubblica Marinara, teorizzò che la cucina di Amalfi ha preservato nella sua interezza il DNA primigenio di quella napoletana, in quanto manuale e non contaminata. La sua scomparsa avvenuta nel 2011 è stata un gran perdita per il territorio salernitano.
Il primo Premio per la categoria denominata “i sapori della tradizione e la cultura del territorio”, è stato conferito a Marco Contursi, fiduciario Slow Food Condotta Agro-nocerino-sarnese, giornalista di Scafati che ha realizzato la ricetta “Il fusillo che si crede raviolo“. A seguire la Signora cetarese Teresa Bottiglieri, con il piatto “La ricciosa mediterranea” e al terzo posto Domenico Di Crescenzo, dipendente della Guardia Costiera e consigliere al Comune di Cetara, con “Trafilati d’Oro“.

Il Premio nella categoria “Originalità e Fantasia”, vera novità del 2015, se l’è aggiudicato Annamaria Parlato di Maiori, storica dell’arte, progettista culturale (www.pamart.it) e giornalista enogastronomica (www.2ingredienti.com) . Il piatto presentato alla competizione composta da sedici concorrenti (Fabio Mignano, Palma Abagnale, Alessia Benincasa, Giusy Somma, Rosa D’Anna, Stefano Amato, Nello Giordano, Peppe Iannicelli, Evelina Bruno, Barbara De Scianni, Dora Chiariello ed Emiliano Amato), di cui alcuni anche food blogger, è intitolato “Spaghettone atterrato su crema di patate con noci, nocciole, pane croccante e profumo di colatura di Cetara“. Un piatto della cucina povera della Costiera Amalfitana, il classico spaghetto con le noci, di cui parlava anche Ezio Falcone nei suoi scritti, usato come pietanza delle feste natalizie, particolarmente a Minori. La giornalista si è ispirata alle materie prime stagionali, reperibili in Costiera Amalfitana in questo periodo e ai colori e alle forme degli olii su tela dell’artista fiammingo Vincent Van Gogh, uno dei mostri sacri della storia dell’arte contemporanea, vissuto nel XIX secolo. L’opera presa in considerazione è intitolata “Vaso con quindici girasoli” del 1889, conservata presso il Museo Van Gogh di Amsterdam. La sua fu una pittura libera dagli schemi e negli ultimi dipinti l’artista diede sfogo ad un furore cromatico, rivelatore dell’allucinante tensione interna che lo condusse alla follia. Il risultato finale del piatto che ha coniugato segreti gastronomici e saperi artistici, si è dimostrato vincente all’interno della competizione, giudicato positivo dalla giuria di esperti, dove ha trionfato non solo il gusto e il territorio, ma anche la fantasia, la cura dell’impiattamento, l’estetica della preparazione, tutti elementi fondamentali nella presentazione di una pietanza.


I premi dei vincitori sono stati realizzati per l’occasione e personalizzati dal maestro vietrese Enzo Santoriello, che ha lavorato accanto ad artisti di fama internazionale come Enzo Cucchi, Lucio Del Pezzo, Barbara Radice, Ettore Sotsass, Ugo Marano, Miguel Barceló, Manuel Cargaleiro. Sponsor dell’evento culinario i produttori di colatura Acquapazza Gourmet, Delfino, Iasa e Nettuno, la mozzarella Abc di Caserta e la pasta Leonessa di Cercola.

La manifestazione si è rivelata nel complesso un vero successo con tre giornate intense, di cui venerdì 11 dicembre con una tavola rotonda sul tema “La Colatura di Alici di Cetara: dalla tradizione all’identità locale“, sabato 12 con il Premio gastronomico e la competizione all’Hotel Cetus con la cucina di mare, e domenica 13 con la premiazione in Piazza San Francesco e la degustazione di piatti a base di colatura dei ristoratori cetaresi (Ristorante Convento, San Pietro, Cianciola e Acqua Pazza).

Ci si augura che su questa scia e con altre manifestazioni di elevato interesse culturale, il Comune diventi in futuro portavoce del bello, della storia, di iniziative valide per indirizzare flussi turistici di qualità anche internazionali sulla Divina Costa tanto amata da poeti e letterati:
« (…) Credesi che la marina da Reggio a Gaeta sia quasi la più dilettevole parte d’Italia; nella quale assai presso a Salerno e una costa sopra ‘l mare riguardante, la quale gli abitanti chiamano la costa d’Amalfi, piena di picciole città, di giardini e di fontane, e d’uomini ricchi e procaccianti in atto di mercatantia sì come alcuni altri. (…) » |
(Giovanni Boccaccio, Decameron – II giornata, IV novella) |
Annamaria Parlato