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Cortesia e attenzione per il cliente al civico 67 in Via De Liguori, a pochi passi dalla vecchia Filanda D’Andrea di epoca ottocentesca e da Piazza Garibaldi, con il Palazzo del feudatario e la fontana dei tre cannuoli. L’ubicazione attuale della Trattoria è conosciuta in paese come “Tabellara”, luogo dove tra XVIII e XIX secolo, avvenivano scambi commerciali e smistamenti postali tramite corrieri a cavallo e carrozze adibite anche al trasporto di merci. Infatti internamente la Trattoria presenta una piccola saletta con mura spesse, archi e pietre squadrate, dando proprio l’idea di una stazione utilizzata per il ricambio dei cavalli.
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L’ambiente è ben curato, pulitissimo, arredato con semplicità, contiene una decina di tavoli all’incirca, dove i gestori e coniugi Antonietta Caliendo e lo chef Gaetano Cerrato, dal 2002 sono al servizio della Trattoria. Il ristorante prima era al civico 81, sempre allo stesso indirizzo, ma con una location leggermente diversa che affacciava proprio su una delle limpide sorgenti del fiume Sarno, con il pavimento assemblato in caratteristica pietra lavica, pozzo a vista, con un terrazzo al di sotto di un pergolato, conosciuto come rivendita di vini al dettaglio.

O’ Romano, soprannome del vecchio proprietario, è stato da sempre un punto di riferimento a Sarno per i buongustai, per gli amanti dei piatti tradizionali a base di prodotti della pesca di fiume, sapientemente preparati e selezionati. Le specialità della casa sono sicuramente stoccafisso “arrecanato“, ovvero ricoperto di origano di collina, pomodorini corbarini e olive nere, ideale per condire i mezzi paccheri; baccalà marinato con grani di pepe nero o affumicato; “ammariell” ossia gli introvabili gamberetti di fiume fritti, minuscoli, che vengono impiattati a mo’ di frittata e ripassati nella farina gialla per renderli croccanti; le anguille fritte; la braciola di capra cotta nel ragù, che si usa per condire i fusilli fatti rigorosamente a mano; la scarola contadina, croccante e dolce, condita con sott’oli della casa e acciughe; l’intramontabile minestra maritata. Ma tra gli sfizi, proposti nel menù come antipasti, spiccano polpette di melanzana, frittelle di pasta cresciuta, “mescete” (cubotti di pane raffermo mescolato a patate e cime di rapa) e “secchemente“, striscioline di zucca bianca lunga, private dell’acqua, mescolate alla farina di granturco e fritte.
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Lo chef Gaetano inoltre al 99% è anche l’artefice di goduriosi dolci, che in maniera estatica concludono un pasto. Da provare è la scomposta con ricotta di bufala aromatizzata all’arancia, granella di nocciole e scagliette di cioccolato o il soffice pan di spagna con leggerissima crema bianca e cioccolato bianco.

Tutte le pietanze sono innaffiate o dal vino rosso locale, frizzantino e bevereccio, data la presenza di una piccola percentuale di aglianico, o dalla carta dei vini con etichette regionali ed extraregionali.

La Trattoria presente anche quest’anno sulla guida “Osterie d’Italia” di Slow Food e insignita della chiocciola, è la giusta scelta per interpretare e affondare le radici in un territorio ricco di tradizioni come quello dell’Agro nocerino-sarnese, per trascorre attimi piacevoli assaporando a prezzi contenuti la storia in un piatto.
Consigliata la prenotazione, il locale è aperto sia a pranzo che a cena, con chiusura il lunedì e la domenica sera.
Annamaria Parlato
CONTATTI:
Via de liguori n.67 – sarno (sa)
Tel.: 081.5136488
Mobile: +39.329.611.72.83
http://www.trattoriaoromano.it
e-mail: info@trattoriaromano.it