
Le botteghe storiche italiane hanno un fascino magnetico che spesso cattura flussi turistici e alcune sono diventate anche casi mediatici sui social network. Per storica s’intende la bottega che abbia almeno una cinquantina d’anni alle spalle, spesso ubicata nei centri storici delle città o in location dall’evidente pregio storico-artistico-architettonico. I negozi e le botteghe storiche rappresentano un patrimonio imprenditoriale, sociale e culturale, che è parte integrante della storia delle città e contribuisce a sviluppare e a radicare un collettivo senso di appartenenza e di identità negli abitanti. Il percorso, a tendere, è quello di riconoscimento dello status di bene culturale. Il termine Coloniali è sopravvissuto alle colonie, ed è ravvisabile in moltissime insegne, spesso vintage, nei centri storici variamente abbinato a Emporio, Drogheria, Alimentari, qualche volta, addirittura, a Generi Diversi. Fortunatamente ad Eboli, in Viale Amendola, esiste ancora un Coloniali, fondato cinquantasette anni fa dalla famiglia Gargiulo, la cui fama è proverbiale. La qualità dei prodotti è costantemente cresciuta nel tempo sino a quando questo impegno nella ricerca attenta delle materie prime ha portato al conseguimento del Premio Golosaria 2016, famosa rassegna di cultura e gusto promossa da Club di Papillon, collegata al famoso Golosario di Paolo Massobrio. Oggi Carlo Gargiuolo è il diretto erede di questa bottega ricca di attrattive e prelibatezze. Scopriamo direttamente dalle sue parole cosa significa oggi gestire con serietà e professionalità un Coloniali di successo.

1. Coloniali Gargiulo è nella città di Eboli dal 1966. Carlo lei ha dovuto ereditare un enorme fardello che immagino abbia dato anche enormi soddisfazioni. Quando ha iniziato a gestire l’attività di famiglia e quanta passione ha impiegato per renderla ancora oggi un punto di riferimento nel salernitano e altrove?
Il mio ingresso in azienda nel 1989 ad affiancare i miei genitori, poi nel 1996 è entrata nella nostra azienda mia moglie Angela Caliendo apportando nuove idee ed affiancando allo storico negozio un nuovo settore di confezionamento, bomboniere ed articoli da regalo con il marchio “Angela Caliendo Creazioni”, adiacente al negozio storico.
2. Quando si usa il termine “coloniali”, la mente è subito proiettata verso posti lontani, esotici ed epoche passate come il Colonialismo, ad esempio. Cosa si intende esattamente con questa parola?
Coloniali in Campania significa negozio di spezie, caffè e cioccolato, derrate provenienti da paesi asiatici, americani e africani dove gli stati europei avevano colonie.
3. Coloniali Gargiulo è anche enoteca e bottega di prodotti con il proprio marchio o in ogni caso molto ricercati. Mi spiega come avviene tutto processo, dalla selezione al confezionamento?
La selezione dei prodotti viene scelta e valutata, prima dell’inserimento, da me e mia moglie Angela tramite visita ai vari laboratori ed aziende. Dopo viene personalizzata con il nostro brand, mentre il confezionamento resta a cura di Angela Caliendo.
4. Quanto spazio riesce a dare al comparto enoico?
Il reparto enoteca tra vini, spumanti e distillati conta circa 2000 etichette. Il nostro locale è associato a Vinarius associazione enoteche italiane ed a AEPI associazione enotecari professionisti italiani.
5. E’ possibile impartire informazioni ed educare il cliente nella scelta di un vino all’interno di un Coloniali?
Questo fa tutt’oggi parte del nostro lavoro: consulenza personalizzata per ogni cliente per la scelta della bottiglia giusta, cercando di educare il palato verso la corretta bevuta.

6. Se lei fosse un vino quale sarebbe e perché?
Taurasi Riserva per due motivi: uno legato al territorio, l’altro perché sono innamorato dell’Aglianico.
7. La stessa attenzione viene riposta anche nei confronti dell’olio extravergine d’oliva o è un prodotto che lei non tratta?
Sì anche se in forma minore rispetto al vino.
8. Ma veniamo all’articolo più noto della sua bottega: l’Amaro Don Carlo. Mi può raccontare brevemente la storia di questa eccellenza tutta ebolitana?
L’Amaro nasce circa trent’anni fa per volere mio e di mia moglie che realizzava in casa liquori. Il prodotto distribuito in Italia e all’estero ha avuto innumerevoli riconoscimenti. Un prodotto unico, realizzato con il 60% di mallo di noci, erbe e spezie. Ottimo da bere ghiacciato e molto utilizzato dai barman nei drink.
9. Che differenza c’è tra un amaro un distillato e un liquore?
La differenza consiste nel fatto che gli amari sono ottenuti per infusione e hanno pochissima presenza di zuccheri, quasi nulla, mentre i distillati, come dice la parola stessa, vengono distillati e nascono dalla fermentazione di materie prime di origine vegetale. Ad esempio il whisky è un distillato di malto e cereali. I liquori invece si ottengono sempre per infusione o dalla macerazione di frutta ed erbe aromatiche e hanno una consistente quantità di zuccheri al loro interno.
10. Quanto è importante oggi la tecnologia per un bottega storica come la sua e quanto l’arte di vendere coloniali riesce a resistere alle crisi e alle tendenze spesso “esasperate” del settore enogastronomico?
La tecnologia aiuta ma la tradizione è fondamentale nella nostra attività.

Speriamo che le botteghe storiche italiane vengano sempre più tutelate e valorizzate. E allora God Save the Spirits e buona bevuta a tutti!