“Da Pasqualino 1931” a Napoli. Nel quartiere Borgo Loreto, la pizza fritta e la cucina sono disarmanti

Dall’archivio di famiglia

La vera pizza è alimento, simbolo e rito. Alimento povero e nobile. Disco festoso di pasta, colorato di rosso. Ma è anche qualcosa di più di un impasto di acqua e farina, condito con olio e pomodoro e cotto al forno a legna. La pizza si fa non si cucina. Nasce povera. Si fa con le mani e con la sola abilità delle palme. (Gaetano Alfetra)

C’era ancora la prima guerra mondiale. Terminato il conflitto, Pasquale Gallifuoco e Rosa Cacace senza licenza aprirono un piccolo locale, adibito alla vendita di qualche piatto caldo e dei fritti, era il 1928. Poi nel 1931 arrivò la licenza e i due coniugi insieme ai figli Giovanni, Marco e Fiorinda ampliarono il locale che da 20 mq si arricchì anche di una seconda sala, dando vita alla pizzeria e al ristorante.

Dall’archivio di famiglia

Dal 1960 l’attività proseguì con Giovanni che sposò Annamaria Mazzotta.

Dall’archivio di famiglia
La Signora Annamaria Mazzotta

Da questa felice unione nacquero quattro figlie: Rosa, Lella, Fiorinda detta Linda e Angela, quest’ultime gemelle. Loro, la terza generazione al femminile, sono attualmente i pilastri portanti dell’attività insieme ad una zia materna e ai genitori che appagati e soddisfatti dei sacrifici di una vita intera, si sono affidati completamente alle loro figlie, donne esperte e abili in cucina.

Dall’archivio di famiglia: le sorelle Gallifuoco (Lella, Rosa, Linda, Angela) con una zia materna

“Da Pasqualino 1931” è in Via Santa Maria delle Grazie a Loreto, all’angolo con Corso Arnaldo Lucci, un quartiere a est di Napoli ricco di storia, folklore, poesia, musica, arte e in cui si ergono splendide architetture religiose, risalenti al periodo angioino-aragonese. La zona considerata fuori le mura, non ha subito modifiche evidenti nel corso dei secoli, è rimasta intatta e verace con il suo pullulare di botteghe e mercati rionali. Non molto distanti vi sono le chiese di Santa Maria a Loreto con il suo Conservatorio, di Sant’Anna alle Paludi e del Carmine in cui è venerata l’icona della Madonna Bruna, conosciuta dal volgo come “Mamma Schiavona”. A Borgo Loreto è nato anche Mario Merola ricordato con busto e dedica fatti erigere nel 2006, anno della sua scomparsa; il cantante ha doppiato il cartoon «Totò Sapore», proprio sulla nascita della tradizione della pizza napoletana. Il Ristorante-Pizzeria si sviluppa su due livelli: al piano superiore la sala della pizzeria-friggitoria con il forno per le pizze e le vetrine in strada e al piano inferiore una sala ristorante con la cucina. Lella e Linda sono al reparto fritti e pizze mentre Rosa e Angela sono in sala. Il design è molto informale con tovagliato di carta, ideato anche per agevolare coloro che quotidianamente frequentano il locale per la pausa pranzo: dall’impiegato all’operaio, dal professionista alla famigliola di passaggio.

Dall’archivio di famiglia: Giovanni Gallifuoco con le figlie Lella e Linda

Se le mongolfiere moderne con la sorgente d’aria calda a bordo vennero create da Ed Yost durante gli anni ’50, qui la pizza fritta con ripieno di cicoli, ricotta, pomodoro e provola è dal 1931 che ha anticipato l’idea di areomobile: guardate da soli e giudicate un pò. Questa pizza anche da fredda mantiene la sua croccantezza esterna, incredibile! Non potete non provarla durante i vostri tour a Napoli tra musei, presepi e antichi palazzi.

Oggi l’artifex di tutto ciò è Lella Gallifuoco, maestra pizzaiola, campionessa mondiale, istruttrice “UP&TER” e vincitrice di numerosi trofei nel comparto agroalimentare. Ma non mancano anche fantasia ed estro che si intrecciano con la tradizione come nei manufatti realizzati da Linda, esperta di PizzArt ossia una tecnica contemporanea che rende artistica la pizza già di per sé arte bianca. Stelle con punte imbottite di ogni bendidio, forme quadrate con cornicione ripieno di ricotta e salame, pizze-fresella con peperoni, melanzane fritte e fiordilatte sono solo alcune delle invenzioni di Linda.

Le pizze qui partono da cinque e non superano i nove euro, sono prezzi nazional-popolari per tutte le tasche. Lievitate alla perfezione, morbide, gustose, con ingredienti freschissimi sono quelle tradizionali e qualcuna leggermente più gourmet: la margherita, la marinara, la cosacca, la 4 stagioni, l’olandese con carne macinata, cipolla, pancetta e provola, tanto per elencarne qualcuna. Non esistono canotti, gommoni o zattere, la pizza è quella del disciplinare e con la P maiuscola.

La cosacca
La margherita
Scarola riccia, acciughe e provola

Ovviamente un capitolo a parte meritano la cucina e i dolci tutti realizzati artigianalmente. Troverete il polpo verace all’insalata, la zuppa di cozze con il mascuotto e i maruzzielli, il soffritto fatto solo con il polmone di maiale e parti selezionate secondo una ricetta di casa Gallifuoco, le teglie di salsicce e patate o friarielli, la pasta con cozze e fagioli, il sartù di riso estivo con zucchine, prosciutto cotto, piselli e mozzarella, i taralli di frolla, le zeppole fritte, le polpette al ragù, i casatielli, le pastiere e le pizze-pastiera al limone.

Il sartù di riso estivo
La zuppa di cozze alla Pasqualino
Il soffritto di maiale
Le pizze-pastiera al limone
Le zeppole
I taralli di pasta frolla

Solidarietà, sorrisi e simpatia sono le tre parole d’ordine. “Da Pasqualino 1931” come tante altre pizzerie centenarie di Napoli è bene universale dell’umanità. Mangiare in luoghi come questo non ha prezzo, per tutto il resto c’è sempre uno squallido cheeseburger plastificato confezionato alla spicciola in qualche freddo fast food. Poche parole e molti fatti.

Ora non bastano più le classiche margherite, marinare, napoletane, funghi e prosciutto e quattro stagioni. Tradizionali, per carità, ma armoniche nei loro sapori. Ora si dà sfogo alla fantasia e si butta sulla pizza qualsiasi cosa. Si va dalla Montagnina coi funghi e la muffa, alla pizza Allergica con polline e pelo di gatto misto, passando dalla Maratona con pomodoro fresco e scarpa da ginnastica tritata per finire alla pizza A Sorpresa dove il pizzaiolo ci scarica sopra quel che gli pare e se quel giorno gli girano le tartacule sono tutti fatti tuoi. (Luciana Littizzetto)

“Da Pasqualino1931” Friggitoria, Pizzeria, Ristorante Via Santa Maria delle Grazie a Loreto 43/45 Napoli Tel: 081-26.66.60 Cell: 380.8971788 www.pizzeriaeristorantedapasqualino.com pizzeriapasqualino31@libero.it

Un commento Aggiungi il tuo

  1. GENNARO ha detto:

    VISTO CHE IO GENNARO D’AGOSTINO NIPOTE DI GIOVANNI GALIFUOCO FIGLIO DEL CUGINO MIA NONNA ERA SORELLA DI DON PASQUINO GALIFUOCO GIUSEPPINA GALIFUOCO NON PER ESSERE PARENTI . MIA NONNA ERA DEL 1911 E GIA DI TRADIZIONE TRAMANDATA DA SECOLI LA PIAZZA FRITTA LA FACEVA MIA NONNA GIUSEPPINA DETTA PUPNELLA COMUNQUE SONO FIERO DI MIO ZIO È DELLE MIE CUGINE CHE SE NON ERRO SARANNO PIU DI 200 ANNI DI STORIA BELLISSIMA QUESTA È VERITA GIOVANNI GALIFUOCO GRANDISSIMO BRAVO ZIO ANCORA OGGI LA TROPP E È VIVA 👑💯💯💯💯💯💯💯💯💯💯💯☝😘💙

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