“Nel mondo dei contadini non si entra senza una chiave di magía.” Carlo Levi-Cristo si è fermato ad Eboli
Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna, ecco il “Grande Sud riunito” ad Eboli nella Notte dello “Scorzamauriello”, il folletto enigmatico e dispettoso che la sera del 31 ottobre è riuscito però a mettere tutti d’accordo, soprattutto a tavola. La “Ognissanti made in Eboli” è ispirata ad una vera e propria icona della cultura popolare locale, che, ancora oggi, si tramanda di generazione in generazione e trova un suo corrispettivo in tutto il folclore del Sud Italia, da Napoli alla Lucania. Alle “Tavole dello Scorzamauriello”, iniziativa voluta fortemente dall’amministrazione comunale e dall’Associazione culturale Le Tavole del Borgo proprio quest’anno, come primo tentativo di unire alla cultura storica e musicale anche quella enogastronomica basata sulle tradizioni, hanno partecipato cinque giornalisti di settore (Maria Rosaria Sica, Barbara Landi, Annamaria Parlato, Antonio Elia, Carmen Autuori), il Sindaco Massimo Cariello e quattro ristoranti (Vico Rua, Panigaccio, Piazzetta S. Sofia, Porta Dogana) coordinati dalla giornalista Maria Vita Della Monica. I giornalisti accomunati dalla passione per il cibo e per la comunicazione si sono dati appuntamento proprio al Vico Rua alle ore 21:00 per dare il via ad un viaggio nel gusto, raccontando in diretta attraverso i canali social di tendenza e i media tradizionali ciò che stava accadendo in quella notte. L’oste-folletto Carmelo Vignes ha intitolato il suo antipasto “Il Mio Territorio, La Mia Tradizione”, un omaggio alla Campania con ingredienti che hanno richiamato anche il Cilento, il Vallo di Diano e ovviamente le specialità tipiche ebolitane, composto da:
–Selezione di salumi e formaggi locali- dell’Azienda agricola “La Bersagliera- Campagna e “Bottega del Formaggio”-Giungano
– Rapesta (minestra di broccolo selvatico) con patate e peperone crusco
– Farinata(polenta con farina di mais, fagioli, cipolla e peperone crusco)
– Ciauliello
–Soufflè alla Vignes con formaggi, salumi, broccoli
– Pesto di pomodori secchi “Mio” con pane di grani antichi del “Forno di Vincenzo”, progetto etico-sociale
Lento pede e in un’atmosfera resa gioiosa dal vino Evoli, Aglianico in purezza di Rossella Cicalese, i cronisti del gusto si sono recati a degustare presso il Ristorante Porta Dogna il piatto simbolo della Basilicata: “I cavatelli Briganti alla Lucana” magistralmente eseguiti dalla cuoca Antonietta Boffa. Ragù tradizionale di carni miste (maiale, mucca) a lenta cottura e ricotta salata di pecora hanno esaltato la semplicità di un formato di pasta tipico del Sud e del Centro con Abruzzo e Molise, a base di acqua e semola di grano duro.
A pochi passi da Porta Dogana, varcata la soglia del Ristorante Piazzetta S. Sofia, l’atmosfera è diventata sempre più intrigante e piacevole quando è arrivato ai commensali il secondo primo ossia “Candele ai tre pomodori siculi e melanzane croccanti”. Il piatto ideato dal patron Dino Marchetta è stata la rivisitazione della pasta alla Norma, uno dei capisaldi della cucina siciliana, utilizzando però le candele al posto dei maccheroni o penne rigate e aggiungendo una marcia in più con una spolverata di caciocavallo affumicato.
L’allegra brigata, satolla ma felice, ha bussato alla porta del Panigaccio di Gustavo Sparano che per l’occasione, pensando a Puglia, Calabria e Sardegna, non si è tirato indietro ad accoglierla e ha soddisfatto il palato di tutti con le “Bombette di maiale al forno ripiene di mozzarella di bufala e guanciale con patate e porcini in crosta” ed un “Semifreddo al torroncino con riduzione di mirto e miele di corbezzolo”. A fine pasto è stato servito l’Amaro Don Carlo, caratteristico della città di Eboli.
La Bombetta è una specialità di carne tipica di Cisternino e della Valle d’Itria e della Murgia, messa ad arrostire sulla brace. La coppa di maiale viene tagliata a fette sottili, che vengono insaporite con sale, pepe, rosmarino e prezzemolo e guarnite con formaggio a piacimento e un salume. Una variante è quella impanata con pangrattato, formaggio e aromi, senza salumi. Gli intermezzi musico- teatrali sono stati curati da Luca & Giò, esilarante duo comico emergente; della Compagnia di Teatro del Bianconiglio con “Fantasmagonìa”, ispirato al folclore ebolitano; di Maria Sole Gallevi e Anibal Mancini, soprano e tenore, con l’inedita “Posteggia lirica”; di Fortunato Stillittano e Valentina Donato ed il loro Progetto Tarantella che, dalla Calabria, ha portato ad Eboli i suoni antichi della tradizione; del cantautore e macchiettista partenopeo PierMacchiè, autentica maschera contemporanea, sintesi tra la commedia dell’arte e l’opera buffa. Energia positiva, la volontà di fare rete, di crescere per migliorare il proprio territorio: questi gli ingredienti del Grande Sud, più bello e più forte almeno per una volta, per una sera in cui la magia dello Scorzamauriello ha rimesso tutto al suo posto, così come doveva essere.
Annamaria Parlato
Certe notti
la macchina è calda
e dove ti porta
lo decide lei
Certe notti
la strada non conta
che quello che conta
è sentire che vai…Certe notti
somigliano a un vizio
che tu non vuoi smettere,
smettere mai…Ligabue-Certe Notti