
La APP ZeroSprechi è uno strumento concreto di economia circolare, un progetto promosso dal Comune di Bergamo e sviluppato con il supporto strategico di NT Next-Evolving Communication con l’obiettivo di rafforzare la cultura del cibo e ridurre lo spreco alimentare.
Tramite l’app ZeroSprechi si costruisce una rete di contatti che si scambiano il cibo in eccedenza, di casa in casa o verso punti di raccolta prestabiliti. Il tutto per sensibilizzare le persone a un approccio al cibo più consapevole e sostenibile.
Carlo Pedrali è il giovane imprenditore di NT Next, una nota agenzia di comunicazione di Bergamo, che ha pensato strategicamente il progetto mettendo insieme gli attori: il Comune di Bergamo, EY Foundation, la cooperativa Namasté e Deeplab.
La sua è una visione alternativa e controcorrente dello spreco alimentare, e la forte creatività del progetto è di auspicio per il successo che, privo di risvolti commerciali, si misura nel download dell’APP su PlayStore e su AppStore, e nel suo uso nella vita quotidiana.
Quante volte abbiamo sentito parlare di guerra o battaglia agli sprechi? Lo spreco è oggi considerato un nemico da combattere. Basandosi su questo campo semantico nasce il concetto di Zheroes. Eroi comuni, quotidiani, vicini di casa, che non hanno bisogno di maschere e che ogni giorno si attivano in una missione comune: azzerare gli sprechi. Eroe è colui che, compiendo un gesto di responsabilità, piuttosto di permettere uno spreco è disposto a “salvare” una confezione o un alimento ritirandola dal proprio vicino.
Il nome scelto, oltre a riprendere quello di ZeroSprechi, è stato pensato anche per strizzare l’occhio ai più giovani – la Generazione Z- tra i più sensibili al problema e potenziale chiave per il successo della piattaforma.
Bergamo è città capofila dell’iniziativa Urban Food Policy Pact, firmato nel 2019 con l’obiettivo di garantire l’accesso al cibo sano per tutti, promuovere un sistema alimentare sostenibile, promuovere una cultura orientata al consumo consapevole, ridurre gli sprechi e sostenere e promuovere la ricerca scientifica in campo agroalimentare.
Secondo dati raccolti, ridurre lo spreco domestico anche solo dell’1% consentirà di risparmiare – nella sola provincia bergamasca – oltre 2 milioni di Euro.